Buona sera, Salvino, riprendo da dove ho lasciato stamattina con quella mia scarna risposta  delle 10,07 con la quale, al tuo “Sicurezza dove sei” ho risposto “ Non esiste nei cuori”. Ero a Brugazza e, dato l’argomento, volevo dirti qualcosa in più..
Che dire , restare sbalorditi è poco; imprecare, farsi prendere dalla collera è superfluo;  sarebbe come volersi togliere tutto il peso che ognuno di noi ha sulle spalle abbandonandosi – dopo tanto strazio – a sentimenti di questo tipo che non portano da nessuna parte.
E nemmeno le normative via via emanate ed apparentemente più stringenti, a partire dalla Legge 626 che sembrava dovesse mettere a posto ogni cosa hanno prodotto risultati accettabili.
Tuttavia a mezzo di essa veniva disposto che ogni soggetto coinvolto a qualunque titolo in un lavoro/cantiere  aveva  il suo ruolo chiaramente individuato con particolare riferimento alla figura del “responsabile del cantiere”. Queste figure erano inserite ognuno con i propri compiti e, finalmente, bianco su nero, su quel documento individuato come “Piano di lavoro” obbligatorio sul quale – in dettaglio – venivano elencate tutte le fasi operative, le modalità di approccio ed i responsabili a vario titolo per ognuna delle stesse. E così  prendeva vita la figura del Responsabile per la sicurezzadi ogni singolo cantiere che – ovviamente – doveva avere i requisiti necessari, specifica preparazione in funzione della tipologia del lavoro, la padronanza  e la determinazione di chi sa che ha in mano la vita dei lavoratori. Soprattutto la capacità e l’autorità che gli deriva dall’incarico che comprende anche facoltà di “comando” all’interno del cantiere.
In buona sostanza era una sorta di Ispettore  ancor più pregnante degli Ispettori del lavoro dell’INAIL che – ricordo –  spuntavano come ombre nei cantieri per scoprire  abusi ed irregolarità. Le regole sono la base in ogni campo ma abbiamo sempre bisogno dei “controllori” che non devono essere intesi come rimedio vessatorio ma come parte determinante e necessaria alla luce della realtà che ahinoi dobbiamo amaramente riconoscere in tutta la sua gravità.
Ora di ispettori nemmeno l’ombra non si è più sentito dire di multe salate…di cantieri chiusi a tempo indeterminato…o di arresti e condanne per OMICIDIO.
Ed allora quando il gatto non c’è succede che ognuno si dia alla pazza gioia, dimentico degli obblighi ai quali deve soggiacere anche se ha passato ad altri l’onere di un appalto passato di mano. E se ora con il subappalto c’è il “liberi tutti” e la possibilità di impinguare il portafoglio caricando il peso ad altri,  c’è un risvolto deprecabile nelle irregolarità comportamentali di questi soggetti dalle quali derivano lutti e disperazione.
A Firenze.. in un cantiere edile otto individui sono usciti da casa all’alba e molti di essi giacciono all’obitorio o ancora sotto le macerie. Cosa è successo a Firenze? Io sono aggiornato fino a ieri sera (Telegiornale delle 20) ed ho ascoltato le parole del Comandante dei Vigili del Fuoco che – “in condizioni molto critiche“ -cercavano superstiti ancor prima (ovviamente) di aver ben capito cosa fosse successo.
Da quello che le immagini mostravano credo di aver capito che la struttura in cemento armato che si vedeva nel TG era del tipo ad “elementi prefabbricati” come i LEGO e che si stava eseguendo un getto di calcestruzzo, tant’è che il Comandante precisava “con la necessità di far presto perché c’è il rischio che il calcestruzzo di indurisca”.
Adesso c’è il solito rito dello scarica barile. Ma mi chiedo in mano a chi era affidato il cantiere chi gestiva e coordinava IN LOCO gli operai che vi lavoravano che  – con tutto il rispetto per loro-  erano di origini straniere e non è detto che fra di loro fosse agevole la comunicazione…il comprendersi in fasi tanto delicate in un cantiere che a quanto pare era solo in mano a quegli otto poveri sventurati. Non parliamo poi di come sia stato manipolato e stravolto il concetto del subappalto un tempo vietato…poi poco alla volta concesso ma solo a certe condizioni e per singole parti dei lavori appaltati alla ditta aggiudicataria…ora, a quanto pare  e già da tempo c’è la cessione più disparata dell’incarico conferito a TIZIO e gestito da CAIO, in una caduta di responsabilità che contrasta con la corretta conduzione dei lavori. L’interessante è far presto. Il far bene è tutta un’altra cosa che comporta oneri aggiuntivi che nessuno vuol sostenere perchè cozza con l’ingordigia e con la disonestà di tanti  “imprenditori fai date” (i senza cuore per tornare alla mia prima risposta) che hanno la sola capacità di creare lutti e disperazione in regola o no che fossero quei poveri sventurati alcuni dei quali morti in terra straniera senza il conforto della famiglia.
Il Magistrato ora avrà il suo bel da fare istruendo…incaricando…attendendo e fra anni vedremo (forse) qualche sprazzo di verità.
Prima che qualcuno paghi per ciò che ha fatto (o non fatto) tutto si sarà disciolto come neve ai primi calori primaverili.
E poi  e come vuole Dio si conta.
VEDI RICOPIANO:  dopo ben sette lunghi anni (18 gennaio 2017 ) e ben  29 morti la sentenza:  8 condanne, 22 assoluzioni e 29 famiglie in lutto.
Ecco cosa è successo ieri dietro una enormità di errori qualcuno certo pagherà ma resta il dolore di tante persone e l’umiliazione di una Nazione che al di là dei colori politici  dimostra proprio attraverso di loro l’incapacità più totale di sapere evitare catastrofi del genere.
“Sicurezza sul lavoro dove sei ?”
Hai proprio ragione
                                                            Ciao Salvino
Milazzo 16 febbraio 2024
Giovanni Tricomi

Articoli consigliati